Edizione 2019

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  • Milano – Breganze (VI)
  • Vicenza – Firenze
  • Firenze – Tivoli (RM)
  • Tivoli (RM) – San Giovanni Rotondo (FG)
  • San Giovanni Rotondo (FG) – Bitonto (BA)
  • Bari – Taranto

33° MILANO-TARANTO 7-13 luglio 2019

Emozioni in viaggio

7 – 13 luglio 2019, la 33esima edizione della Milano-Taranto è in realtà iniziata molto prima di quello che indicano le date e finisce molto dopo. La Mita inizia infatti con l’attesa di conoscere il percorso, che viene delineato sempre con grande attenzione dal Patron Franco, affinché riservi sempre nuove sorprese ai partecipanti. Poi l’individuazione di tappe e soste, i contatti con gli enti e le associazioni locali, l’apertura delle iscrizioni e la loro sempre rapidissima chiusura per il raggiungimento del numero massimo di iscritti. Logistica e organizzazione, cura dei dettagli e risoluzione degli ultimi problemi e dei piccoli inevitabili imprevisti.

Gli impegni sono tantissimi e il tempo corre veloce: è la mattina del 7 luglio, finalmente ci siamo. Il via, come sempre, è a mezzanotte, ma la giornata è intensa ed emozionante già dalle prime luci dell’alba. Lo staff è in città già dal giorno prima e si ritrova nel luogo della partenza, l’Idroscalo, per avviare i preparativi.

Direttamente dall’Inghilterra il nostro veterano David Waddingham

Si scarica il materiale dai furgoni, si montano i gazebo e ci si riunisce per il briefing iniziale. Dopo la pausa pranzo cominciano ad arrivare i primi concorrenti, alcuni con zaino in spalla e ricambi di emergenza infilati un po’ ovunque, altri più fortunati con auto o furgone di assistenza al seguito. Si procede con le verifiche tecniche e in men che non si dica arriva la mezzanotte: partono i primi concorrenti. Ad augurare loro buon viaggio ci sono, tra gli altri, il sindaco di Segrate, Paolo Micheli, e l’executive director di Eicma, Giacomo Casartelli. Trascorsi i primi chilometri, l’arrivo a Crema: è notte fonda, ma nonostante questo ad attendere i centauri ci sono tanti amici del Moto Club Crema. La notte prosegue in sella e si arriva a Lovere, sulla riva del Lago d’Iseo, dove il Moto Club Costa Volpino accoglie festoso staff e concorrenti.

Passaggio sulla “Gardesana”

La Mita19 non può iniziare meglio, con il percorso notturno sempre emozionante e particolarmente affascinante, non a caso anche quest’anno si attraversa la strada Gardesana al far dell’alba. Se i componenti della carovana su moto d’epoca hanno trascorso la notte in bianco, un’alzataccia è toccata invece ai soci del Moto Club Pippo Zanini che hanno atteso la Mita a Rovereto intorno alle 8 della mattina dell’8 luglio. L’associazione è nata nel 1953 in omaggio a Gianfilippo Zanini detto Pippo, giovane e promettente pilota Laverda che quell’anno, proprio mentre si preparava alla Milano–Taranto, ebbe un tragico e fatale incidente.

Salutati gli amici di Rovereto ci si rimette in marcia e dopo diversi chilometri e i 1163 m s.l.m. del passo Pian delle Fugazze, si raggiunge il Veneto e in particolare San Giorgio di Perlena: qui ci sono i rappresentanti della Polisportiva locale e della Banca San Giorgio Quinto Valle Agno e a rendere l’accoglienza ancora più piacevole, tanti prodotti locali, i gadget del Moto Club Breganze e un coloratissimo pubblico di bambini. L’arrivo di tappa a Breganze, fortemente voluto e magistralmente organizzato dal coordinatore di tappa Gianni Salin, è poi una grande festa perché il passaggio della Mita coincide con la conclusione dei festeggiamenti per il 70° anniversario Laverda. Ad attendere i “tarantini” ci sono migliaia di persone tra le quali spicca l’ultranovantenne Antonio Zin: classe 1925, che ha partecipato alla Milano-Taranto dal 1953 al 1956 e, su Laverda 75cc, si è qualificato terzo nel 1955 e secondo nel 1956. A Breganze staff e concorrenti della Milano-Taranto sono ospiti per cena nello stabilimento AGCO, ex sede Laverda, per una bellissima serata, con macchinari agricoli e moto Laverda come scenario e il direttore generale Bernd Hoffmann a fare da cicerone. Ritroviamo a cena l’arzillo Zin insieme a Piero Laverda che ci racconta di quando suo padre lo convocava per testare le moto e la richiesta che gli rivolgeva era: “Vai e rompila!!!”.

Antonio Zin con Natalina Sabatini

La tappa numero due, da Vicenza a Firenze, inizia con un percorso nelle campagne venete, prevalentemente pianeggiante e piacevolmente rilassante. A Lendinara ad accogliere la Mita in Piazza Risorgimento c’è il presidente della Proloco, Claudio Martello, insieme a tantissimi appassionati e curiosi. Si riparte e, fra l’Adige e il Polesine, alcuni concorrenti si fermano per strada, le loro soste sono obbligate: i mezzi danno forfait. Nulla di irreparabile comunque e in poco tempo, grazie anche al “Furgone Officina” sempre pronto a intervenire, i motori si accendono di nuovo. Dal Veneto si arriva quindi in Emilia Romagna e al controllo orario di Sirano c’è Marzio, figlio di Tarquinio Provini, con la moglie Maria Chiara.

Marzio Provini con la moglie Maria Chiara e Natalina Sabatini

Tarquinio Provini è stato vincitore di ben due titoli mondiali ed era anche un grande amico della Mita e di Franco Sabatini: all’arrivo della maratona fa bella mostra di sé la moto con cui il campione ha partecipato alle prime rievocazioni della manifestazione nei primi anni novanta. Oltre alla moto ci sono anche un gran numero di gnocchi fritti e di ottimi salumi, altra sorpresa molto gradita.

Passate da poco le 13 la Mita si rimette in marcia giusto in tempo per sfuggire a un brutto temporale, ma i concorrenti in coda al gruppo vengono comunque raggiunti dal maltempo. Alcuni si devono addirittura fermare per ripararsi da pioggia e grandine: Maria Rosaria, numero 116, si distingue per coraggio e fermezza continuando a viaggiare, finché può, anche sotto il diluvio. Arrivati a Porretta Terme i “tarantini” trovano un’accoglienza di tutto rispetto, coordinata dalla instancabile Alessandra del Comitato SOS Terme Alte. E poi a Porretta c’è un amico davvero speciale della Mita, Giorgio Serra detto Matitaccia, autore dei memorabili manifesti della Milano-Taranto: in tanti non perdono l’occasione di farsi autografare la t-shirt. L’ultimo tratto è di oltre 100 chilometri, ma che corrono via rapidamente grazie alla bellezza dei paesaggi dell’Appennino, tra le colline del Mugello che conducono fino a Firenze.

Passaggio tra i vigneti fiorentini per la Guzzi Airone di Daniel Marabini

La terza tappa è particolarmente tosta: il percorso è da Firenze a Tivoli, attraverso la Toscana, l’Umbria e il Lazio, per più di 360 chilometri. Il momento della partenza genera, come spesso accade, un po’ di tensione. Il piazzale dell’hotel sembra trasformato in un paddock e alcuni dei mezzi fanno fatica ad andare in moto, come è evidente anche dal rumore che emettono. In alcuni casi si tratta solo di un po’ di “pigrizia”, in altri invece la situazione è più seria e i concorrenti devono abbandonare la maratona, ma si sa, la Milano-Taranto è anche questo.

La prima parte della tappa è molto gradevole, con il sole non ancora alto, l’aria fresca della prima mattina, ovviamente il rombo delle moto e le splendide colline toscane, tra borghi, vigneti e le strade piene di curve che tanto piacciono ai “tarantini”. Dopo un’ottantina di chilometri trascorsi così piacevolmente, ecco il controllo orario di Civitella in Val di Chiana, una città che è un vero gioiellino e un luogo che offre vedute spettacolari. Tra i primi ad arrivare, con moto più sidecar, c’è Gianni Mostosi, autentico veterano della Mita, quest’anno accompagnato dalla figlia Delia che non ha mollato mai, neanche durante la massacrante notturna: una delle tante grandissime donne dell’edizione 2019. Prima della ripartenza ringraziamenti d’obbligo al Comune e agli amici Samuele Brezzi e Paolo Ciabini.

Si procede e ad annunciare l’arrivo in Umbria è l’apparire di uno specchio d’acqua decisamente familiare per la maggior parte dei partecipanti: il Lago Trasimeno. A Mugnano tuttavia c’è la segnalazione di un incidente: il “tarantino” Donato Di Dio, con la sua Lambretta, è scivolato sulla ghiaia proprio davanti al cartello con la freccia della Mita. I compagni lo recupereranno più tardi, dimesso dall’ospedale con una spalla lussata e alcune costole fratturate: anche se un po’ dolorante, può continuare a seguire i suoi amici fino a Taranto nel comodo pulmino a 9 posti.

Il patròn Franco Sabatini accoglie i Tarantini al C.O. di S. Martino in Colle

La maratona si ferma quindi a San Martino in Colle dove ad attendere i concorrenti c’è una piccola grande festa organizzata dalla Proloco e resa ancor più speciale da un misterioso piatto tipico: la ricetta è segreta, ma tra gli ingredienti si riconoscono castagne, ceci, salsiccia e pancetta. Ma San Martino in Colle, si sa, è un po’ la casa della Mita perché c’è la sede operativa, e ad attendere la carovana c’è il patron Franco Sabatini insieme alla moglie Wilma, emozionati e commossi. A Todi invece, nel corso della prova speciale che si tiene all’ombra del magnifico Tempio della Consolazione, il tedesco Dieter Stassak, con la sua Ducati 250, compie una piccola impresa, mancando il tempo imposto di un solo millesimo di secondo. Nel frattempo il cielo comincia a scurirsi e mantiene poi i “cattivi propositi” annunciati nella città di Jacopone rendendo particolarmente difficile la parte successiva del viaggio: come accaduto nella giornata precedente, una parte del gruppo si ritrova sotto il temporale. Il sereno torna tuttavia poco dopo e così non viene rovinata l’accoglienza ad Amelia dove è previsto un controllo a timbro organizzato in collaborazione con la Scuderia Traguardo.

Passaggio sotto al tempio della Consolazione di Todi per il vicentino Guido Borghin su Morini Tresette Sprint 175

La maratona arriva quindi a Gallese con uno splendido sole e viene accolta dall’amministrazione comunale nel centro storico, proprio davanti al Palazzo Ducale, aperto esclusivamente per l’occasione. Fine tappa a Tivoli col sole al tramonto e il cielo azzurro. Ora un po’ di meritato riposo, ma non per tutti. Per lo staff il lavoro infatti continua perché per ogni giornata c’è da stilare le classifiche e preparare il briefing per la tappa successiva.

La cena di Tivoli è l’occasione per “ricompattare” l’equipaggio della Polizia di Stato formato da Tito Celoni, Domenico Fiorenza e Antonio Agostinelli, protagonista nelle edizioni dei primi anni 2000 con un Guzzi Sidecar

Tappa numero quattro:

Gianfranco Bonera è costretto al ritiro per impegni familiari e ci saluta con le lacrime agli occhi e con la promessa di rivederci l’anno prossimo. È un vero peccato perché è sempre un piacere vederlo andare in moto!

Gianfranco Bonera su BMW R50 del 1967

Si riparte quindi di buon mattino per percorrere, roadbook alla mano, ben 381 chilometri. Prima sosta a Ferentino col cielo azzurro, il sole e una temperatura piacevolmente fresca: i centauri trovano, in una Piazza Matteotti gremita di curiosi, tutto lo staff del Moto Club Ferentino capitanato da Massimo Datti, storico amico della manifestazione. Un’accoglienza davvero unica, con le Poste Italiane che emettono addirittura un annullo speciale in ricordo di questo passaggio. I motori riprendono quindi a cantare per le vie del paese, la gente saluta: si riparte. A Broccostella, in provincia di Frosinone, finisce la Milano-Taranto di Aldo Simonetti: un automobilista molto distratto investe in pieno la sua Morini Corsaro e lui ne esce con due costole fratturate e braccio destro malconcio.

I “tarantini” passano quindi dal Lazio al Molise percorrendo tanti chilometri tra i boschi e le montagne. A Cerro al Volturno c’è grande attesa e i preparativi fervono ormai da giorni. A fare gli onori di casa Giancarlo Valente, con il sindaco Remo Di Ianni. Il ristoro è un vero e proprio banchetto tanto da aggiudicarsi il 3° gradino del podio nella classifica degli Assaggiatori. La ripartenza è dunque a pancia strapiena, ma con gli occhi ben aperti per ammirare i bellissimi panorami che si susseguono fino ad arrivare alla seconda sosta molisana, Jelsi: qui l’accoglienza è ad opera di Davide Paolucci, presidente del Moto Club Bikers Jelsi. E proprio a Jelsi va in scena un episodio di quelli che più di tutti descrivono il senso e lo spirito della manifestazione. Il magnete della Guzzi di Ezio Bucalossi perde colpi. L’amico Matteo Giaccone si inginocchia, apparecchia con tovagliolini di carta, tira giù le viti, sfila l’ingranaggio, prende dai ricambi un magnete nuovo e lo mette al posto del vecchio. Si forma un capannello di osservatori silenziosi dagli sguardi dubbiosi. Ce la faranno i nostri eroi? Ancora un minuto e tutte le viti sono al loro posto. Un attimo per sgranchirsi la schiena, la pedivella sul punto morto superiore e parte il primo colpo, poi il secondo e la moto riparte, fra gli applausi.

Ancora panorami mozzafiato accompagnano poi i “tarantini” dal Molise alla Puglia con l’ultimo controllo orario di giornata a Torremaggiore ospiti del Vespa Club.

L’ammiratissima Morgan Super Sports 990cc del 1933 degli svizzeri Rudolf ed Esther Flückinger

La quinta tappa è tutta pugliese: partiti dal Gargano, equipaggi e organizzazione sprofondano nel Tavoliere delle Puglie, percorrendo campagne meravigliose, borghi pittoreschi e allegramente caotici, oliveti, colline e pianure. Tanti sono gli incontri con gli amici di sempre che aprono letteralmente le porte di casa ai centauri e fanno gustare i prodotti della loro terra, cucinati secondo ricette tradizionali e per questo apprezzati ancora di più. Diversi sono tuttavia anche i guasti dei mezzi d’epoca: ormai in viaggio da circa 1.500 chilometri, cominciano evidentemente anche loro ad accusare un po’ di stanchezza. E così c’è chi deve i suoi guai alla frizione, chi ha problemi col motore, col carburatore, con i freni e chi, più semplicemente, resta senza benzina o fora una gomma. Alcuni riescono a risolvere e ripartire, altri devono abbandonare la competizione: gioie e dolori della Milano-Taranto. Dopo una prima sosta a Barletta la Mita arriva a Minervino Murge e un ringraziamento particolare va al sindaco, Lalla Mancini e all’Assessore Massimiliano Bevilacqua autori di un trattamento davvero speciale in collaborazione con la Proloco cittadina. Ad aspettare la Milano-Taranto a Gravina in Puglia c’è Giuseppe Guglielmi, presidente del club Rombo Arcaico, e l’allestimento è in grande stile, con traguardo e tappeto rosso per l’ultima prova speciale che vede Marco Tomassini, su Gilera, conseguire un risultato eccezionale, con un errore di soli 12 millesimi di secondo: viene quindi consacrato vincitore di categoria con una giornata di anticipo. L’arrivo a Bitonto, attraverso il borgo vecchio, è poi “con il botto”: all’ingresso in piazza arriva l’omaggio di una rosa e di un libro a tutti i piloti mentre il club Aste e Bilancieri prepara un ristoro in collaborazione con l’Agriturismo Fasano, davvero straordinario, gustosissimo e particolarmente apprezzato che si aggiudica infatti il secondo posto della classifica “Miglior Ristoro Mita 2019”.

Ed ecco anche la sesta ed ultima tappa. Il percorso viene scandito dalle soste classiche dell’ultima giornata ed è caratterizzato anche da un velo di malinconia per la consapevolezza che un’altra bellissima esperienza sta volgendo al termine. Allo stesso tempo però c’è anche l’entusiasmo di arrivare allo storico traguardo, già attraversato ben 32 volte – ormai 33 – dalle moto d’epoca della Milano-Taranto. Per la prima sosta c’è grande attesa, soprattutto per i più golosi. Castellana Grotte è infatti la città vincitrice del Miglior Ristoro delle ultime due edizioni e Beppe Palumbo, quest’anno anche lui in gara con una “Gloriosa” Gilera 150cc, non ha alcuna intenzione di cedere lo scettro. Coadiuvato dal Comune e dalla Coldiretti mobilita tutto l’Automotoclub Storico delle Grotte di cui è presidente e raggiunge l’obiettivo: Castellana è infatti vincitrice anche per l’edizione 2019, la terza consecutiva. Ancora pochi chilometri e la Mita arriva quindi nella splendida Martina Franca, tra ulivi e muretti a secco a delimitare le tortuose stradine di campagna. Qui ad attenderla c’è lo storico amico Arcangelo Conserva che a nome del Veteran Club Valle d’Itria premia gli iscritti in gara quest’anno. Altra ripartenza e ancora pochi chilometri in direzione del mare: la fermata successiva è nella Città Bianca di Ostuni, in un magnifico parco all’ombra di giganteschi pini. Ad accogliere la Mita il presidente del Vespa Club Ostuni mentre ragazze in costume tipico e con i tamburelli realizzano per i centauri un piccolo spettacolo caratteristico della zona. Intorno alle 13 l’arrivo ad un’altra fermata storica della Mita, Villa Castelli. Qui acclamatissimo è “l’eroe locale” Vito Ciracì, centauro che partecipò alle Mita anni ’50 e che ha percorso quest’ultima tappa con la sua Guzzi Albatros. Ringraziamenti e un arrivederci ai rappresentanti del Comune e ai tanti amici, poi la ripartenza, l’ultima: dopo sei giorni e circa 1.800 chilometri, anche la Mita 2019 sta per arrivare infatti al traguardo di Taranto.

Lo storico arrivo finale di Taranto per Fabrizio Zorzo e Massimo Nocent. Sbandieratore ovviamente, come in tutte le Milano-Taranto, il nostro Sergio Campana

Qui, per ogni mezzo che sfila, come da tradizione, sul Lungomare Virgilio, sono grandi emozioni, abbracci, felicità, ringraziamenti, saluti. Per la carovana su moto d’epoca e i suoi protagonisti già arriva un po’ di nostalgia, come sempre accade al termine di un’avventura coinvolgente e bellissima. Ma per fortuna anche quest’anno è solo un arrivederci alla prossima edizione: quella del 2020, la numero 34, che sarà dal 5 al 12 luglio. E per molti l’attesa è ancora una maratona perché la Mita, per chi la vive appieno, non finisce mai: tra ricordi e racconti, sapori da descrivere e paesaggi da rievocare, fotografie, video e piccoli-grandi souvenir e gadget da mostrare e collezionare, è un viaggio che dura 365 giorni all’anno.

CLASSIFICHE

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