Edizione 2012

MITA_2012_copertina
  • Milano – Vicenza
  • Vicenza – Firenze
  • Firenze – Pomezia
  • Pomezia – Caserta
  • Caserta – Matera
  • Matera – Taranto

26° MILANO-TARANTO 1-7 luglio 2012

La bandierina a scacchi è calata sull’edizione targata 2012 della Milano-Taranto.

Dopo duemila chilometri in sei giorni, distribuiti lungo l’Italia con mano d’artista dal patron Franco Sabatini, finalmente i motori sono silenziosi. È stata anche quest’anno una maratona interminabile attraverso paesi e città spesso incrociati per la prima volta, lontano dalle arterie principali e dalle autostrade che appiattiscono ed annullano non solo le distanze ma anche le bellezze storiche, artistiche ed ambientali del nostro Paese. Un cammino faticoso ma appagante, sotto il sole bollente dal nord al sud, solo in parte mitigato dalla frescura di secolari boschi appenninici che hanno offerto un po’ di ristoro alle indistruttibili compagne di viaggio.

Ben 180 i partecipanti, in rappresentanza di undici paesi, tra i quali l’Australia e il Canada, con la comitiva più folta proveniente dalla Germania. Una “babele” di lingue, costumi, usi e tradizioni unita dal comun denominatore della moto, cavallo d’acciaio che favorisce nuove conoscenze e cementa amicizie di lunga data.

Dall’Idroscalo alla città dei due mari, è stato un viaggio sorprendente, con tappe nella elegante Vicenza, nella superba, anche se solo sfiorata Firenze, nella sorprendente Pomezia annunciata da un traffico caotico e disordinato, nella regale Caserta purtroppo soffocata dai rifiuti disseminati dissennatamente lungo le arterie principali, nella deliziosa Matera, linda e pulita nonostante il centro assediato dalle auto. Tra un capoluogo e l’altro, centinaia di piccoli paesi, a volte dai nomi fiabeschi (Occhiobello, Premilcuore, Bergoncino…), altre dalle indicazioni sinistre (Omomorto, Purgatorio, Malagrotta…), spesso legati a ben precisi momenti della storia (Pasubio, Predappio, Cassino…), comunque sempre caratterizzati dalla generosa e ospitale accoglienza della gente (da Crema a Recoaro ad Argenta a Radicofani, da Montesarchio a Gallo Matese, da Soci a Montefiascone, passando per Ferentino, S. Michele di Serino, Muro Lucano e Monte Scaglioso c’è stata una gara continua a chi offriva di più) senza dimenticare Martina Franca e Villa Castelli, fedeli soste da 25 anni, dove al suono della “pizzica”, è stato un amen dimenticare le asprezze della strada e le martellate del sole per intrecciare frenetici balletti mentre Taranto era ad un tiro.

L’Italia non finisce mai di stupire e incontrando tanta gente gentile e rispettosa, semplice e spontanea, disponibile e attenta, viene da chiedersi come sia stato possibile essere precipitati così in basso. Domanda legittima, che si son posti anche i motociclisti stranieri, e che noi vorremmo girare ai tanti “ciarlatani” della politica che affollano le tv. Una novantina gli stranieri affascinati dal paesaggio che muta ad ogni curva riservando sorprese infinite e sedotti dall’accoglienza degli italiani.

La lunga cavalcata (dieci ore al giorno, in media, di sella) su strade disegnate apposta per chi ama “piegare” è stata resa più piacevole dagli innumerevoli punti di ristoro già citati che Moto club, Pro loco e Amministrazioni comunali hanno disseminato a mani larghe, offrendo prodotti genuini e buonissimi. Nel Veneto “gnocchi con la fioreta” e “baccalà alla vicentina”, in Emilia Romagna la frutta appena staccata dagli alberi, in Toscana “panzanella”, finocchiona e pasta fredda, nel Lazio gelato artigianale, salumi tipici e focacce, in Campania le formidabili mozzarelle di bufala, in Lucania dolci a non finire e una straordinaria acqua di sorgente raccolta direttamente alla fonte con il bicchiere (Gallo Matese), in Puglia l’insuperabile purè di fave accompagnato a peperoni e cipolla tritata sottile. Un tour gastronomico in piena regola. Per non parlare dei vini, doviziosamente lasciati in bottiglia durante le trasferte e stappati la sera negli alberghi (Recioto, Amarone, Chianti, Brunello, Fiano, Primitivo tanto per citare i primi che vengono in mente…).

Tra scoperte, tentazioni, ripassi di storia e di geografia e lezioni di architettura, la gara è passata in secondo piano, con la classifica determinata dal rispetto della media oraria (fissata a 35 Km all’ora… media bassa imposta per la sicurezza stradale) e da quattro prove speciali lunghe cinque… metri da percorrere al millesimo di secondo.

In gara – doveroso ricordarlo – c’era anche Nino Castellani il pilota della Laverda che nel 1952 si prese il lusso di vincere la categoria, in sella alla prima 75cc a quattro tempi prodotta a Breganze, quando da Milano a Taranto s’andava tutto d’un fiato alla massima velocità. Il pilota di Riva del Garda, gagliardo e pimpante come ai bei tempi nonostante le 84 primavere, è stato costretto a ritirarsi alla fine della terza frazione per un guasto meccanico alla sua Laverda 200cc del 1970. Grazie all’intervento di Claudio Cauzzo, che gli ha generosamente messo a disposizione il suo Laverdino, ha potuto affrontare l’ultimo chilometro a manetta e tagliare il traguardo davanti a tutti, prendendosi i meritati applausi dei tarantini dopo un intervallo di 60 anni. Ad attenderlo, all’arrivo, ha trovato il compagno di tante competizioni, Remo Venturi, primo assoluto alla Mi-Ta del 1954 con una Mondial 175cc. Alla sosta di Predappio, invece, è stato commovente l’incontro con Genunzio Silvagni, ex compagno di squadra alla Laverda nei primi anni Cinquanta, che non vedeva da quando smise di gareggiare. Nel gruppone dei Veterani anche i pugliesi Vito Ciracì e Cosimo Vaccarelli, entrambi al via nelle ultime edizioni della Milano-Taranto.

Nelle varie classifiche spicca il nome di Gabriele Goldaniga, un ragazzino cremonese di appena 14 anni (ha conseguito il patentino di guida una settimana prima della rievocazione storica) che in sella ad una Italjet Baby di 50cc del 1965 s’è preso il lusso di mettere tutti in riga nella classe più piccola, relegando lo specialista Massimo Nocent, vincitore delle ultime tre edizioni con un Guzzino di 65 cc del 1954, il secondo posto. La presenza di giovani e donne alla guida delle moto storiche è oltremodo gradita dall’organizzazione, anche quest’anno da citare le bellissime Carla Pizzato su Mondial Champion 125cc e Luciana Xamo su Guzzi Super Alce 500cc.

Tra i vincitori di classe anche Attilio Lucchi (Slughi Parilla del 1960), Vink -Vink (Bmw sidecar R 69 del 1963), Claudio Fontana (Vespa 150 sprint del 1965), Marco Tomassini (Mondial 125 del 1950), Marco Prandi (Guzzi Airone sport 250 del 1951) Giovanni Rinaldi ( Guzzi Astore 500 del 1950), Christopher Halfknight (Mv Agusta 175 del 1958), Giacomo Nocent (Matchless G 3L 350 del 1941), Gabriele Vox (Guzzi Stornello Sport 125 del 1968), Dario Simonato (Laverda Twin 200 del 1964), e Roberto Spezzapria (Laverda SF 750 del 1972).

Due righe sulle “Gloriose”, categoria che sta tanto a cuore al nostro Franco Sabatini; va ricordato che nella classe 75cc oltre agli indistruttibili “Guzzini 2 tempi”, spiccava il Ducati 65cc un 4 tempi, delicato e non adatto a centauri ad di sopra dei 55 kg. Quindi grande lode a Gianni Mostosi che con i suoi quasi 90 kg è riuscito a raggiungere beatamente Taranto classificandosi al quarto posto con il “microbolide” Ducati.

Bellissimo il colpo d’occhio offerto nel parco chiuso dalle moto. Da quelle perfettamente restaurate a quelle gelosamente conservate come appena uscite dalle catene di montaggio, è stato un ripasso di storia dell’ultimo secolo, reso più dolce dal “suono” dei motori, allegro e vivace nei primi giorni, con qualche colpetto di tosse verso la fine.

Difficile stilare la classifica delle più belle o più originali. Guzzi Falcone e Gilera Saturno mantengono intatte la voce baritonale, i Guzzini spiccano per il “canto” da soprano, le Parilla 175cc si rivelano sempre “cattive”; le Bmw inalberano l’aria da grandi signore; Laverdine, Vespa e Lambretta rimandano ai tempi della motorizzazione di massa, le Caproni ispirano tenerezza, le Triumph e le Norton potenza, le Ducati gioia e calore, le Aermacchi grinta, le Mondial velocità, le Honda e le Kawasaki tecnica e innovazione.

Invidia, invece, è il sentimento che ha acceso la superba Indian Chief 1200 del 1944 del tedesco Karl Werner. E non da meno ha fatto la Rudge Ulster 500 del suo connazionale Roland Madesta. Queste due moto sono state le più ammirate e le più sognate. Bellissime e intriganti. Poi vederle sfrecciare sollecitate dalle sapienti mani dei due centauri ha fatto il resto. E l’anno prossimo – Werner e Roland l’hanno promesso – ritorneranno con altri compagni di avventura per portare sulle strade d’Italia uno squadrone di Indian. Interessante ed unica del suo genere la Sunbeam Deluxe 500 del 1953 di Paul Moser.

Per finire in allegria non possiamo non pubblicare l’elenco dei “Miglior ristori della Milano-Taranto 2012”, ambito riconoscimento che si contendono gli oltre 50 Comuni interessati e che quest’anno ha visto primeggiare Gallo Matese (CE) e aggiudicarsi così “l’artista targa” di riconoscimento. A seguire i ristori di Argenta, San Michele di Serino, Recoaro Terme, Soci, Montesarchio e Muro Lucano… tutti in buona compagnia.

Ci piace inoltre mettere in evidenza che per il 75mo anniversario della Milano-Taranto, gli organizzatori, da sempre appassionati filatelici, hanno realizzato una cartolina commemorativa con un riuscitissimo francobollo ove compare Remo Venturi. Di questi pezzi da collezione ne sono state realizzate 500 copie tutte numerate e sulle quali sono stati apposti tre annulli realizzati a Milano partenza, Radicofani controllo orario storico e Taranto arrivo.

Intanto è già cominciato il conto alla rovescia: alla Mi-Ta del 2013 mancano meno di 365 giorni…

Testo di: Roberto Cristiano Baggio e Franco Sabatini

Inviaci una email con il tuo racconto, i tuoi commenti e le tue foto…
le pubblicheremo sul sito nella sezione “racconti

Controlla anche

Edizione 2020 “virtuale”

Clicca e scopri le località della 34a Milano-Taranto “virtuale” 34° MILANO-TARANTO 4-12 luglio 2020 La sorprendente …