Edizione 2008

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  • Milano – Bassano del Grappa
  • Bassano del Grappa – Fiesole (FI)
  • Firenze – Roma
  • Roma – Cassino
  • Cassino – Brienza
  • Brienza – Taranto

22° MILANO-TARANTO 6-12 luglio 2008

Alla scoperta dell’Italia, attraverso i centri minori, le strade di montagna, i lungomare deserti. Sfiorando paesini aggrappati a cucuzzoli inaccessibili, passando accanto a chiesette millenarie, resti di manieri medievali, abbazie, cascinali, campi imbionditi dalle spighe di grano: é questo il fascino della Milano-Taranto, la rievocazione storica della corsa motociclistica più lunga, dura e difficile al mondo.

Dal 1937 al 1956 i centauri si lanciavano dall’Idroscalo di Milano in piena notte e sino a Taranto non toglievano mai la mano dall’acceleratore tra due ali di folla che sapeva riconoscere i piloti dal rombo delle moto, Gilera e Guzzi su tutte. Le soste duravano il tempo di un rabbocco di benzina e un travaso di olio. Le lancette del cronometro erano implacabili. Il record del tratto Milano-Bologna è di Dorino Serafini: oltre 172 di media sotto la pioggia. Pietro Carissoni, l’ultimo vincitore, chiuse la gara ad oltre 106 chilometri orari con una Gilera 500 Sport. Il record appartiene a Bruno Francisci che nel 1955 completò la corsa ad oltre 126 di media con la sua Gilera 500.

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La rievocazione storica si snoda dell’arco di una settimana, in sei tappe, per complessivi 1930 chilometri, e la parte agonistica, essendo una prova di regolarità, è riservata al rispetto delle medie imposte dagli organizzatori, ossequiose del codice della strada, e di una prova di abilità col cronometro e cioè un controllo orario  al millesimo di secondo.

Della parte sportiva rimane l’eco delle grandi imprese. A catturare l’interesse dei concorrenti è soprattutto l’aspetto paesaggistico, Olandesi e tedeschi calano sempre in massa (26 i primi e 29 i secondi) per i quali il bel Paese ha un fascino al quale è impossibile resistere. Ma anche gli svizzeri amano la competizione, e poi gli inglesi, gli austriaci, gli spagnoli e quest’anno addirittura due australiani, giunti dalla terra dei canguri con due Lambretta.

Metà italiani e metà stranieri, uniti in una sfida a colpi di acceleratore, nuvolette azzurrognole, frenate alla “speraindio” e staccate da raccontare da un anno all’altro agli amici del bar sport.

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A mezzanotte di domenica 6 luglio, come consuetudine la partenza dei primi concorrenti il n. 1 Romano Cornale ed il n. 2 Davide Burzoni, quest’anno il mossiere è stato il visagista, scrittore e conduttore di programmi televisivi Diego Dalla Palma, che originario di Enego è stato invitato all’Idroscalo dal compaesano Romano Cornale (Laverda 75 tarantina del 1952). A mezzanotte e tre minuti la partenza dei n. 5/A Steven Ruig e n. 5/B Bauke Ruig, i componenti più giovani della famiglia Ruig giunti dall’Olanda con papà Foor e mamma Marjyke su Sidecar Bmw n. 15 e con la Sorella Sunne Marie e la zia Nel su Sidecar Guzzi n. 16.

Lampi e bubbolii hanno accompagnato le moto lungo la pianura bresciana prima di sbucare a Desenzano del Garda… acqua fortunatamente, neanche una goccia!!!
Dopo aver effettuato controlli orari a Crema, Soresina, Ciliverghe di Mazzano, Breganze ed Enego,  dopo aver solcato l’altopiano di Asiago, ma soprattutto  dopo ben 11 ore dalla partenza l’imbocco del Ponte Vecchio di Bassano del Grappa, apparso all’improvviso dopo l’ultima delle diecimila curve della nottata, ha sorpreso tutti per maestosità e bellezza.

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Giove Pluvio s’è scatenato il giorno successivo, martedì 8 luglio, nel corso della seconda tappa, un quarto d’ora di pioggia a martello alla partenza… Poi è uscito il sole, che non ha mai più abbandonato i concorrenti per tutta la settimana. La Seconda tappa ha portato i motociclisti dal Ponte Vecchio di Bassano fino a Fiesole e  dopo una sonnolente marcia nella pianura rodigina e ferrarese, con controlli orari a Pettorazza Grimani ed a Portomaggiore,  i concorrenti hanno cominciato  a “scalare” l’appennino emiliano sul far del tramonto. Prima di Modigliana una sosta al museo della Parilla, realizzato da Bruno Baccari e poi di nuovo via…. Verso Fiesole.

Degno di menzione il n. 102 Giuseppe Bonaguro, al via con una delle moto più “vecchie” del gruppo, una Guzzi GTV 500 del 1938 che ha rischiato di doversi fermare anzitempo. A Firenze la sua moto non voleva più saperne di rombare ma un attento controllo gli ha permesso di trovare la causa dei problemi: un pezzo rotto. Dopo una sere di telefonate a meccanici e conoscenti è riuscito a mettersi in contatto con un collezionista di San Severino Marche… Con una corsa nel cuore della notte in auto ha raggiunto il centro marchigiano, avuto il ricambio è ritornato a Firenze e lavorando sino all’alba ha riparato la moto ed alle 8.30 era la nastro di partenza con la Guzzi ritornata perfetta. Stessa sorte per Pietro Remo Zaltron in sella ad una Lambretta LI 150cc del 1961 ma con gli amici Floriano Grotto e Moreno Brogliato hanno smontato tutto il motore e solo alle tre del mattino, prelevando un condensatore da un Ciao, hanno rimesso in funzione l’amata lambretta.

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Il terzo tratto, mercoledì 9 luglio,da Firenze a Roma, ha portato i motociclisti a scollinare le singolari Crete senesi con controlli orari a Monteriggioni e Radicofani. Tutto su e giù, con i motori sotto sforzo, fino a raggiungere l’ultimo controllo della giornata a Monfefiascone e poi…. La città eterna!!!  L’attraversamento di Roma a traffico bloccato è stato possibile grazie alla capacità dei Vigili Motociclisti della Capitale coadiuvati dalla Polizia di Stato ed ha permesso ai concorrenti di “godere” di 2000 anni di storia per poi arrivare nel cuore di Roma a Trastevere lungo la banchina di magra del Tevere che va da Ponte Sisto a Ponte Palatino.

Più tranquilla la quarta frazione, da Roma a Cassino, definita dagli organizzatori “tappa di relax” perché di soli 290 chilometri attraverso l’agro pontino, le terre bonificate dai coloni veneti negli anni Trenta, il cui ricordo rivive nel nome dei borghi: Piave, Podgora, Montegrappa, Monte Nero e commovente è stato l’incontro con nonno Franco, 79 anni, partito bambino da Postioma assieme a mamma e papà per vincere fame e pellagra. La cantilena veneta gli è rimasta. Musica dolce alle orecchie dei motociclisti del Nordest.

La quinta tappa ha visto i concorrenti transitare per Vairano Scalo, San Michele di Serino e Picerno e s’è conclusa a Brienza, splendida perla della Basilicata posta a  713 mt  sul livello del mare…. che dire dell’accoglienza, del folklore locale, del panorama, della gastronomia…un successone conclusosi a sorpresa per tutti con una “sparata” di fuochi artificiali in onore della Milano-Taranto storica da far passare in secondo piano Piedigrotta….si fa per dire!!!

Duro, infine, l’ultimo tratto, quello che portava a Taranto. Prima di scendere nel Tavoliere, le moto hanno dovuto “mangiare e bere” salite e discese a gogò. E dopo la prova speciale di Grassano (MT) , la masseria “Accetta grande” di Massafra, a due passi dal traguardo, ha offerto un’oasi di straordinaria bellezza e freschezza fra le sue possenti mura, mettendo riparo alla sferza del sole.

L’ultimo chilometro ha dato modo ai piloti di lanciare i loro mezzi, ormai esausti dopo sei giorni di corsa e di raccolta di applausi.

Serata conclusiva all’Appia Palace Hotel di Massafra con premi per tutti ma soprattutto ai vincitori di categoria.

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