E’ possibile fare quasi 2000 chilometri spendendo poco più di 20 euro?
2 Luglio 2023. E’ quasi Mezzanotte. Tutto attorno il frastuono delle ‘Gloriose’, delle ‘Sport’ e delle ‘Storiche’. Le oltre 170 moto divise in tre categorie che partecipano alla 36esima edizione della Milano-Taranto scaldano i motori. Sta per prendere il via la rievocazione storica di una delle più leggendarie granfondo che dal 1937 al 1956 ha visto moto e piloti di ogni genere partire dalla capitale lombarda per raggiungere il più velocemente possibile la Puglia.
Riconosco il tono baritonale delle monocilindriche a quattro tempi, quello squillante delle due tempi, il timbro inconfondibile delle Vespa e delle Lambretta. Penso a che follia dev’essere stata per quei piloti, spesso semplici amatori, affrontare una prova simile sulle strade disastrate dell’Italia del dopoguerra molte delle quali non ancora asfaltate. Avanzo nella fila dei piloti che si preparano alla partenza, ma la mia moto non emette alcun suono.
Sono a bordo di un prototipo elettrico che porta sul serbatoio il logo Moto Galloni, lo storico marchio fondato a Borgomanero nel Novarese più di cento anni fa e famoso per i suoi record e le sue imprese sportive. Tre imprenditori italiani stanno cercando di farlo rinascere creando un mezzo del tutto particolare, una tipica “sottocanna” degli anni ’20 mossa da un motore elettrico calettato nel mozzo posteriore ed equipaggiata con una batteria da 4,7 KW/H.
L’altro prototipo, guidato da Giuseppe De Agrò che è uno dei tre soci della nuova Galloni, è a fianco a me. Siamo iscritti con i numeri di gara E01 ed E02 in una categoria a parte che anticipa la possibilità che sarà prevista in futuro di partecipare a questo evento con delle moto ‘retrofit’, cioè mezzi d’epoca riconvertiti con sistemi di propulsione a zero emissioni come recentemente previsto dalla motorizzazione civile.
Prima che si alzi il coro di chi vede qualsiasi sperimentazione di questo tipo come fumo negli occhi o pura propaganda credo sia importante chiarire un aspetto. Franco Sabatini, l’uomo che negli anni ’80 ha ridato vita alla Milano Taranto trasformandola in una gara di regolarità, covava da più di dieci anni un sogno: utilizzare questo impegnativo banco di prova lungo le strade più belle d’Italia per testare l’affidabilità e la durata di una moto elettrica.
Le sue tre figlie, che hanno preso in mano l’organizzazione di questa manifestazione dopo la sua scomparsa nel 2020, hanno fatto propria questa visione e concesso la deroga che ci permette di essere qui sulla linea di partenza assieme a tutti gli altri partecipanti. Destiamo curiosità, molti si avvicinano per chiedere informazioni e la domanda è quasi sempre la stessa: “…ma quanti chilometri fa con una carica?”.
Il punto è che non lo sappiamo nemmeno noi e siamo qui proprio per testarlo. Ricaricheremo le batterie a ogni sosta prevista lungo il percorso grazie a un accordo con i responsabili dei controlli orari che ci forniranno di volta in volta delle normali prese domestiche da 3,5 KW. L’obiettivo è non dover mai fare il cambio di batteria e arrivare regolarmente a Taranto con la moto E01, che è iscritta alla gara di regolarità, mentre io con la E02 faccio da supporto.
Intanto la mezzanotte è passata e tocca a noi. All’abbassarsi della bandiera tricolore sventolata dal direttore di gara diamo tutto gas e scattiamo via veloci e silenziosi stupendo gli spettatori.
Un’avventura unica
Parametrato alle moto di oggi che saranno mai poco più di 1900 chilometri da percorrere in cinque giorni? A dirlo sembra una tranquilla scampagnata, ma vi posso assicurare che non è così. Le strade che si percorrono sono tutte secondarie e le medie imposte dai controlli orari molto basse. Le moto che partecipano hanno tutte più di cinquant’anni e sono in gran parte di piccola cilindrata. Vibrano, sono scomode, faticose e i guai meccanici sono inevitabilmente frequenti.
Al contrario le nostre sottocanna viaggiano senza fare rumore e senza vibrazioni, ma non hanno ammortizzatori al posteriore (solo delle molle sotto la sella) e le pur bellissime, meccanicamente, sospensioni anteriori a parallelogramma fanno quello che possono su buche ed asperità. Ciò che ci colpisce fin da subito però è la percezione di ciò che ci sta attorno, molto diversa di quando si è alla guida di una moto mossa da un motore endotermico per quanto silenzioso.
Quella sensazione di immersione nella realtà circostante che ogni mezzo a due ruote offre a chi lo guida e che lo caratterizza così fortemente sulle nostre Saetta è ulteriormente amplificato. Attraversiamo paesi, campagne, superiamo colline e costeggiamo laghi immersi nel silenzio. E’ davvero qualcosa di magico. Porta il viaggio in un’altra direzione più contemplativa e aggiunge al ricordo dei luoghi che si sono attraversati non solo le immagini ma anche i suoni.
Dire che l’Italia è un luogo speciale è spesso un luogo comune, attraversarla in questo modo è qualcosa di più. E’ un’esperienza. Ai nostri occhi si è rivelata bellissima e fragile, così variegata e ricca da sembrare mille paesi in uno. Il percorso, accuratamente studiato da uno staff composto da decine di volontari, ha regalato a tutti i partecipanti scorci mozzafiato e prelibatezze d’ogni genere offerte nelle varie soste in cui l’accoglienza è stata sempre straordinaria.
L’arrivo a Taranto è un’autentica festa nel pieno stile del nostro meraviglioso mezzogiorno. Siamo esausti, ma l’obiettivo è stato raggiunto e abbiamo raccolto una grande quantità di dati. I chilometri percorsi in totale sono stati 1963. La moto con la tabella E01 ha percorso mediamente con una carica completa tra i 140 e i 170 km. Gli strumenti attestano che l’energia utilizzata per le ricariche è stata di 74,24 KW.
Al costo medio attuale dell’elettricità quindi per andare da Milano a Taranto la spesa complessiva è stata di 20,04 euro che corrisponde a poco più di 3 euro circa a tappa. Un risultato davvero sorprendente prevalentemente dovuto alla ottima efficenza del mezzo, dal peso complessivo ridotto di poco più di 125 chili, e dalla bassa impronta a terra degli pneumatici da 21 pollici con sezione da 90 millimetri.
Vedremo mai la Moto Galloni Saetta prodotta in serie? Quanto costerà? Quali saranno le sue caratteristiche tecniche? Per ora non abbiamo riposta a queste domanda. Tra il realizzare dei prototipi e la loro eventuale industrializzazione, per quanto in piccola serie, sono tante e tali le difficoltà da affrontare sia dal punto di vista ingegneristico che finanziario ed economico da rendere l’impresa ardua per qualsiasi imprenditore per quanto coraggioso.
A me piace semplicemente pensare che quel desiderio, magari un po’ romantico, di vedere per la prima volta una moto a zero emissioni tagliare il traguardo dl lungomare di Taranto che aveva Franco Sabatini noi a modo nostro l’abbiamo esaudito.