Non s’è fatta mancare nulla la seconda frazione della Milano-Taranto, quella che ha portato i concorrenti da Castenaso a S. Maria degli Angeli.
Partiti alle 8 sotto un timido sole (durante la notte un paio d’ore di pioggia avevano rinfrescato l’aria e cancellato la pesante cappa d’afa che lunedì aveva accolto i tarantini alle porte di Bologna), i concorrenti hanno cominciato a fare i conti con le bizze del tempo già dopo una trentina di chilometri, quasi in cima al passo della Raticosa. Grossi nuvoloni neri hanno abbracciato l’Appennino lasciando presagire acqua. Subito qualche goccia poi, a Pietramala prima del passo della Futa, una fitta nebbia ha causato più di qualche problema. Non bastasse la scarsa visibilità, anche la colonnina del termometro è scesa rapidamente, toccando valori più invernali che estivi. Così c’è stata la caccia agli indumenti pesanti per ripararsi dal freddo che in moto è ancora più pungente. Nel corso della discesa, alle porte del Mugello, la pioggia ha fatto il resto, costringendo la compagnia ad indossare tute antiacqua.
Passata Vicchio, città natale di Giotto e del Beato Angelico, al controllo a timbro di Dicomano, dove ad accogliere il gruppo c’era l’amico “Corellino”, non c’è stato quasi il tempo di sostare per sfuggire all’ira di Giove Pluvio. Acqua anche dalle parti di Soci dove le prelibatezze della cucina toscana, fortunatamente, hanno fatto dimenticare in fretta i disagi causati dall’acqua. Sotto lo sguardo attento di Stefano e Natalina s’è svolta la prima prova cronometrata.
Ad Anghiari, famosa per la battaglia immortalata da un celebre quadro, i primi a raggiungere la caratteristica piazzetta sono stati accolti dal sole. L’ideale per apprezzare il gustoso rinfresco. Nel giro di qualche minuto, invece, l’acqua ha cominciato a falcidiare il gruppo, rendendo ancora più difficile la seconda prova gestita.
Per tutto il giorno è stato un continuo mettere e togliere le tute.
Al controllo a timbro di Montecastelli il sole ha finalmente rotto gli indugi, aprendosi un varco fra le nuvole. Squisito il ristoro a base di salumi tipici umbri. Tra porchetta, prosciutto crudo tagliato al coltello, coppa e fette di mortadella farcite di squisito formaggio è stato un assalto continuo ai lunghi tavoli.
Dopo il controllo di Ripa, quando al traguardo mancavano pochi chilometri riecco, dispettosa, la pioggia, giusto per non far mancare l’ultima spruzzata in vista di S. Maria degli Angeli, a un tiro da Assisi.
L’altalena tra nuvole e sole è continuata anche nel tardo pomeriggio ma ormai i centauri ci hanno fatto il callo, tanto che non chiedono più che tempo farà nei prossimi giorni.
Dopo due tappe le moto cominciano ad accusare i primi segni di cedimento e per il meccanico ufficiale, Marco Panfili, gli straordinari non si contano più.
Il piazzale della Domus Pacis, il grande albergo che ospita la carovana, è una immensa officina a cielo aperto e il silenzio religioso di questi straordinari luoghi francescani è interrotto dai “ruggiti” dei motori tirati al massimo dei giri.
Musica soave alle orecchie dei motciclisti!
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