Correndo con il mio Falcone (212), che mi ha portato mio malgrado alla vittoria della sua classe, spesso mi sovveniva quanto descritto da Luigi Meneghello nello splendido libro ”Libera nos a Malo”, forse perché lungo la strada spesso superavo gli amici di Malo (203-205-206-207).
…l’Alce di Ruaro cantava all’estroversa-via, tutta contenta, sana, stupita; il Quattro Bulloni provava una nota vigorosa, piena di vibrazioni truculente; la mia Bicilindrica fischiava con quella sua grazia inimitabile.
Sul rettilineo della Motta l’Alce ingrossò la voce, il Quattro Bulloni si mise a sferrare mazzate, con un tintinnio puro di acciaio sull’acciaio: a questo punto la Bicilindrica accelerò, passò con un’impennata la zona isterica degli urli, salì a picco nelle sfere che sole erano sue, dove brillano i modelli alti e nudi del moto e del suono…
Questi versi descrivono compiutamente le emozioni vissute in questa meravigliosa corsa d’altri tempi, è stata una corsa nel passato, una corsa verso la giovinezza.
Saluti alla prossima
Vittore Cossalter